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BRIAN MAY

Fondatore dei Queen insieme a Taylor, Brian Harold May fu il timido chitarrista del gruppo, che vive insieme alla moglie e ai figlî a Londra.

Nacque a Hampton, Middlesex il 19 luglio 1947, dove studiò alla Hampton Grammar School. Appassionato di Lonnie Donegan, The Shadow, The Ventures e Buddy Holly, ancora quindicenne, May iniziò a suonare la chitarra in svariate bands locali, anche se molti dei gruppi nei quali fu coinvolto, non superarono mai lo stadio delle prove negli scantinati… Nessuno di quei gruppi è mai arrivato da nessuna parte perché non abbiamo mai fatto alcun vero concerto, né abbiamo preso la faccenda musicale e artistica sul serio. Alcuni suoi compagni alla H.G.S. formarono il gruppo The Others, a nome del quale nel 1964 venne edita una cover di ‘Oh Yeah’. L’abitudine di suonare saltuariamente con chiunque, fu forse la causa delle voci secondo cui lo stesso May sarebbe stato un membro di quel gruppo – assolutamente falso. Mentre The Others ebbero il loro breve momento di gloria (e un ulteriore singolo pubblicato sotto il nome di The Sands) per poi scomparire, May fu impegnato in un suo programma a lungo termine: costruire una chitarra elettrica secondo un suo personale progetto. Non potendosi permettere l’agognata e costosissima ‘Fender Stratocaster’, si impegnò a progettare e a costruire la sua chitarra con l’aiuto di suo padre. Padre e figlio ebbero già realizzato manufatti di legno e metallo, e l’impresa non risultò ardua come potrebbe sembrare visto che Brian fu uno degli studenti in Fisica più brillanti. L’unico fatto degno di nota è la bizzarra scelta dei materiali: il corpo della chitarra, di solido mogano, fu ricavato dalla cornice di un caminetto vecchio di due secoli, e le molle dell’unità di tremolo furono il riciclaggio da un vecchio ciclomotore… A dispetto della sua artigianalità, fu proprio con questa chitarra-caminetto che Brian suonò in tutti gli album dei Queen, e fu questo lo strumento che lui predilesse tanto in scena quanto in studio. Il costo totale per la sua opera risultò al tempo, di sole £ 8,00, pur rivelandosi talmente valida da essere altrettanto eccellente, se non perfino migliore, di qualunque altra disponibile sul mercato.

[Nel 1983, la Guild, lo contattò e gli disse che le sarebbe piaciuto realizzare un modello ‘Brian May’. Si sono occupati della chitarra, smontandola e prendendo misure di tutto, e poi hanno sostenuto di essere in grado di realizzare qualcosa di molto simile a quella che mi sono costruito con le mie mani anni fa. Adesso si spera che ci possa essere una chitarra ‘Brian May’ che suoni come la mia.

Nel 1985, la Guild presentò la sua chitarra "Bbm-1", modellata sullo strumento di Brian. Egli prese parte alla campagna promozionale, presenziando alle esposizioni commerciali].

Oltre a costruire artigianalmente le sue chitarre, usò spesso particolari filtri per ottenere sonorità nuove ed effetti diversi. Brian fu alla costante ricerca di un suo modo di esprimersi e a questo scopo si avvalse di strumenti inusuali, quali il koto giapponese o l’arpa.

Nel 1967 si iscrisse ad un corso di laurea in Fisica all’Imperial College di Londra. I proprî studî, rimasero sempre in primo piano rispetto la musica; anche dopo aver formato il suo gruppo definitivo, Brian rifiutò per molto tempo di impegnarsi con un contratto discografico. Sicché decise che avrebbe combinato gli studî con l’impegno musicale part-time.

Nel ’68 May si laureò con lode in Fisica, e cominciò il corso di ricerca post-laurea in Astronomia all’infrarosso, sempre all’Imperial.

Nell’autunno 1969, May si trovò un lavoro quale insegnante di matematica in una scuola superiore di Londra, incerto se proseguire una propria carriera solista: aveva formato una band chiamata "Humpy Bong" e capitanata da un ex-Bee Gees, assumendo il ruolo di cantante. May fu considerato da molti il perno dei Queen, uno dei grandi e non riconosciuti eroi della chitarra; compose tutte le musiche del gruppo. Conferì quel tocco di individualità che caratterizzò il suono del gruppo; non fu un innovatore ma un musicista veramente padrone del suo strumento, da cui ottenne un suono corposo e melodico. Il rock sta facendo la stessa strada del jazz. Questo è nato come musica del corpo, fisica, e con il tempo si è intellettualizzato. Ho paura che il rock corra lo stesso rischio. Il rock’n’roll deve rimanere musica fisica, per il corpo.

Nel 1977, Brian si unì a Ringo Starr, Elton John, Ron Wood, Leo Sayer e altri ancora, per suonare nell’album con cui Lonnie Donegan faceva il suo ritorno al mondo musicale, ‘Puttin’ on the style’. Sempre Brian suonò la chitarra nel brano ‘Diggin’ my potatoes’.

Lo stacanovista Brian nel 1983, suonò la chitarra in due brani di Jeffrey Osborne, ‘Two wrongs don’t make a right’ e ‘Stay with me tonight’, pubblicati quale singolo, registrato ai Mad Hatter Studios di Los Angeles. Inoltre, in estate, coprodusse con Mack, l’album d’esordio degli Heavy Pettin’, intitolato ‘Letting Loose’, e registrato a Londra e Monaco. Non gli bastò di certo, visto che ad ottobre, firmò l’album ‘Star Fleet Project’ nel quale divise la notorietà con Eddie Van Hallen e Alan Gratzer; divenne così il secondo componente dei Q a pubblicare un album solista. Venne anche pubblicato il singolo ‘Star fleet’.  Sono stato stretto dal paradosso. Volevo realizzare un album sui Q, ma gli altri mi hanno detto che ero uno sbruffone pretenzioso, e avevano ragione. (…) Per essere franchi, non sapevo nemmeno se sarei stato capace di suonare con altri musicisti. Sono stato talmente a lungo assieme ai Q, che ho pensato: "Che genere di musicista sono?" Avevo fatto funzionare l’ingranaggio, ma forse ne ero divenuto troppo schiavo. Edward (Eddie) ed io ci prendemmo una pausa dalle registrazioni e cominciammo a parlare dei vecchî tempi, quando Eric Clapton suonava con John Mayall. Abbiamo scoperto entrambi che l’album ‘The beano’, aveva avuto una grande influenza su di noi; quello sul quale Eric leggeva i fumetti. Era un classico pezzo da collezionisti per tutti i chitarristi. Sembrava che si divertissero tanto da non potersi fermare. ‘Blues breaker’, che occupa tutto il secondo lato dell’album, è la mia parte preferita del disco. Sembrava un po’ esagerato pubblicare una jam tanto lunga, ma dopo averla ascoltata penso che sia stata la scelta migliore; è rock-blues con tutti gli errori del caso. Si esibì lo stesso anno con i Def Loppard al loro concerto del Forum di Los Angeles: Sono stato stupito da loro, proprio esterrefatto. Il loro spettacolo è stato tra i più energici che abbia mai visto. Ero arrivato a loro attraverso gli Heavy Pettin’. Hanno letteralmente distrutto il locale; ero andato dietro le quinte e glielo avevo detto; come risposta mi avevano invitato a suonare con loro la sera successiva. Ero molto eccitato, ma sono andato in scena e alla fine del concerto ho suonato un brano con loro, divertendomi parecchio. Brian venne intervistato per la serie televisiva della BBC Radio One, ‘I grandi della chitarra’, un programma di un’ora che presentava approfondite interviste con i più famosi chitarristi rock. La trascrizione della stessa venne pubblicata in settembre nel libro della serie, ‘Guitar Greats’.

Nel maggio ’86, per la prima volta il nome di Brian, venne sentimentalmente collegato a quello dell’attrice Anita Dobson, nota per la sua parte nel teleromanzo ‘EastEnders’, con la versione vocale del tema musicale che raggiunse il n° 4 delle classifiche.

Brian, nel settembre ’87, produsse il singolo ‘Bohemian Rhapsody/Life with Brian’, realizzato dagli Young Ones (transfughi dei Bad News). Il pezzo arrivò al 44° posto nelle classifiche dei 45 giri con 5 settimane di permanenza. Un mese dopo si ebbe l’album d’esordio della nuova band heavy-metal, i Bad News; sempre prodotto da Brian, raggiunse il n° 69 nelle classifiche discografiche. Un risultato notevole per i quattro attori Rik Mayall, Ade Edmondson, Nigel Planer e Peter Richardson, i primi tre dei quali noti soprattutto per le loro parti nel film ‘The young ones’. Non hanno utilizzato i loro veri nomi, e tutti abbiamo assunto le parti dei personaggî… Penso che abbiamo realizzato un grande album, ma non si tratta del tipo di cosa che riscuote successo commerciale, dato che è diretto ad un pubblico minoritario; ma credo che sia una intelligente presa di posizione sulla musica rock e sul modo in cui si è sviluppata negli ultimi anni. È stato registrato dal vivo, e per la maggior parte è improvvisato.

Il rapporto di Brian con l’attrice-cantante Dobson, si ampliò all’ambito musicale: lui suonò e produsse l’album della Dobson ‘Talking of love’. Edito nel giugno ’88, lo stesso Brian lo valutò con queste parole: Credo che abbiamo realizzato un album che collega i due mondi in cui viviamo. Ha una certa influenza dello spettacolo. La maggior parte del pubblico di Anita deve aver pensato che stava diventando troppo opprimente e la maggior parte di quelli del mio mondo ha pensato "Che cazzo sta combinando?", dato che stavo lavorando con qualcuno che in fondo era soltanto una cantante di brani per lo spettacolo. Io sostengo che questo progetto ha segnato un notevole miglioramento. In ottobre i pettegolezzi della stampa parlarono di una fine della storia d’amore tra i due, e questo proprio nel mese in cui Anita Pubblicò il singolo ‘To know him is to love him’. Ella disse: Può bastare il fatto che io stia con lui. Non voglio parlarne, né di lui né di quello che sta facendo. È una faccenda che riguarda solo lui. Molti dei miei fan sono felici che io stia con qualcuno. Nel dicembre erano ancora in azione i commedianti di Brian trasformati nei metallari Bad News, che tennero il loro debutto dal vivo sul palco del londinese Marquée. Le loro versioni dei grandi successi dei Queen, come previsto, suscitarono nel locale un autentico terremoto.

Nell’aprile ’89, venne pubblicato l’album dei Black Sabbath, ‘Headless Cross’, con il contributo di Brian, che si esibì con un assolo nel brano ‘When death calls’. Ho provato gusto a farlo, anche se non sono un "sessionman". I Queen sono e saranno sempre la cosa più importante della mia vita. Circolava anche la voce che stesse lavorando ad un secondo progetto solista, del quale lui stesso disse: Sarà heavy metal allo stato brado, strani brani acustici e sa Dio cos’altro… L’album non ha ancora connotati precisi, e questo è uno dei problemi che devo ancora risolvere. Il progetto solista riguarda principalmente tutto il materiale che ho in testa di mettere su nastro, ma ho anche scoperto che alcune delle idee che avevo in mente per dei lavori solisti sono già finite sull’ultimo album dei Queen. Penso che le mie migliori idee si dirigano sempre verso il gruppo, perché è ancora il miglior veicolo a mia disposizione. È davvero faticoso lavorare a progetti solistici, perché si è proprio soli. Alla fine della giornata mi ritrovo da solo in studio con un tecnico del suono a dire "Questo è meglio, oppure no?", ed è difficile esprimere giudizî del genere. Brian, che aveva coinvolto Chris Thompson, il cantante della Earth Band di Manfred Mann, per la realizzazione del suo album, era impegnato anche a registrare con l’ex-chitarrista dei Genesis, Steve Hackett: Steve è un amico, e si è trovato a metà strada nella realizzazione del suo album con la sensazione di essere a corto di idee. Mi ha fatto ascoltare un po’ del suo materiale, e questo mi ha messo voglia di fare un paio di cose. In dicembre, fece un’imprevista apparizione sul palco, durante il concerto londinese di Jerry Lee Lewis all’Hammersmith Odeon, suonando la chitarra nel brano ‘High school confidential’.

Nell’estate del 1990, Brian installò un nuovo studio a sedici piste nella sua abitazione: Sono stato a lungo spaventato dall’idea di prenderlo, perché ero abituato ad attrezzature piuttosto semplici; ma è tutto abbastanza semplice da consentirmi di lavorare senza troppi problemi. Odio avere a che fare con troppi pulsanti. L’8 e il 9 settembre, l’instancabile chitarrista fu sorpreso a suonare estemporaneamente con i Black Sabbath all’Hammersmith Odeon, eseguendo i bis di ‘Paranoid’ e ‘Heaven and hell’. Il 19 novembre, agli Hammersmith Riverside Studios sempre di Londra, si tenne la prima del ‘Macbeth’ allestito dalla Red and gold theatre company, con musiche composte da Brian (primo frutto del suo studio casalingo). Sono assolutamente consapevole del fatto che la musica può essere fastidiosa se non è ben fatta, e che parecchia gente può pensare che il rock non si adatti a Shakespeare, ma Will Shakespeare fu affascinato dal contatto diretto con il suo pubblico… ed è quello che hanno sempre fatto i Queen.

Nel marzo 1991, il rapporto tra Brian e i Black Sabbath portò un insolito sottoprodotto: venne pubblicato ‘The Stonk’, inno di beneficenza per quell’anno del Fondo Comici. Cantato dal duo teatrale Hale & Pace, raggiunse il n° 1 delle classifiche, e vide Brian accreditato quale chitarrista solista, pianista e produttore. In evidenza tra i musicisti di fila vi furono anche vecchie glorie dei Sabbath, Tony Iommi e Cozy Powell.

Nel 1992 pubblicò un secondo album intitolato "Back to the Light", segnando così il suo ritorno alla vita musicale, dopo un lungo periodo molto difficile e travagliato. Dovette infatti affrontare la separazione dalla moglie, la morte del padre, e la perdita del suo grande amico Freddie. L’album, meditato per ben cinque anni, si discostò dallo stile dei Queen, ed venne composto nei rari momenti di libertà dell’artista, che diede finalmente sfogo alla sua creatività senza sentirsi legato ad uno stile o ad un’etichetta.

(…) Cosa penso di me? Penso che gli altri direbbero che sono il più testardo tra i componenti della band…

BIBLIOGRAFIA:
Queen - Tutti i testi con traduzione a fronte. 1992, Arcana Editrice.
Queen.
Super Stars (n.1)
Freddie Mercury: The legend lives on. 1992, Nowscreen Ltd.
Queen - La storia illustrata. 1992, Ken Dean, Omnibus Press.